Tagli ai finanziamenti pubblici, numeri chiusi, sbarramenti all’accesso, tasse sempre più salate e un sistema di diritto allo studio che non riesce a garantire l’autonomia ai più capaci e meritevoli. Oggi in Italia l’università rischia di diventare sempre di più un luogo per pochi. La maggior parte degli iscritti all’università provengono dai ceti medio-alti mentre sono ancora pochi, gli studenti che provengono da famiglie con condizioni economiche disagiate. Lo studente non vive solo tra le mura dell’università o dalla città ma si ritrova immerso nel tessuto urbano. Spostarsi all’interno, trovare un posto dove mangiare, visitare un museo o andare dal medico per un problema di salute sono attività quotidiane di tutti gli studenti universitari. Il costo della vita nelle grandi città, per le attività quotidiane e per l’affitto di una stanza arriva ai 2000 euro al mese. Una spesa insostenibile per una famiglia con un reddito medio, soprattutto in questo periodo di crisi.
Il tasso di chi lavora e studia in questi anni è cresciuto. Ma con i tempi e le scadenze universitarie lavorare significa prolungare non di poco i tempi della laurea. Spesso chi lavora ha, in molti casi, un’occupazione precaria che gli permette di portare a casa non più di 500 euro al mese. Per il resto si chiede una mano ai propri genitori. Per andare incontro ai giovani, lo Stato e le amministrazioni dovrebbero trovare delle soluzioni. Ad esempio per gli studenti pendolari dovrebbero essere previsti sconti sugli abbonamenti del treno o del pullman. Per gli spostamenti in città con gli autobus, il biglietto invece dovrebbe essere gratuito. Come già accade a Trento e a Vicenza, almeno durante gli orari di svolgimento delle lezioni.
Anche per le mense la situazione è grave. Per gli studenti vincitori o idonei di borsa è assicurata la gratuità o quasi, dei pasti giornalieri ma in genere gli sconti variano in base al reddito. Il diritto ad avere prezzi bassi nelle mense universitarie dovrebbe essere garantito a tutti. Indifferentemente dalla situazione economica familiare. Così come l’accesso a musei, gallerie d’arte, mostre e tutti i luoghi di cultura: non può che essere libero e gratuito su tutto il territorio nazionale. Sconti dovrebbero essere previsti anche per l’acquisto di prodotti culturali come libri, riviste, cd e dvd e per l’entrata a teatri e cinema. Tutto questo era possibile fino all’anno scorso. Ma da quest’anno, purtroppo, con i tagli alle università le restrizioni sono aumentate e agli studenti non sarà più garantito neanche il minimo indispensabile.
Nessun commento:
Posta un commento